(Vienna 1887 - Forte dei Marmi 1960) linguista e critico letterario austriaco. Professore di filologia romanza, in seguito alle persecuzioni contro gli ebrei dovette rifugiarsi in Turchia e quindi negli Stati Uniti, dove continuò a insegnare. È considerato il massimo esponente della critica stilistica. Di formazione positivista, si inserì in seguito nella corrente idealistica di Croce e Vossler, mostrando il proprio interesse per il momento creativo della lingua nel saggio La formazione delle parole come mezzo stilistico, esemplificata in Rabelais (Die Wortbildung als stilistisches Mittel, exemplifiziert an Rabelais, 1910). Rivolgendo la sua attenzione a scrittori di varie epoche, formulò un metodo critico basato sull’unità tra critica letteraria e analisi linguistica, attraverso un’attenta lettura dei testi, nelle loro caratteristiche formali, stilistiche e linguistiche, fino all’intuizione capace di isolarne il nucleo originario e giungere a un’interpretazione globale dell’autore. Tra le sue numerose opere: Studi stilistici (Stilstudien, 1928), Studi di stile e di letteratura romanza (Romanische Stil- und Literaturstudien, 1931), Racine e Goethe (Racine und Goethe, 1933), Linguistica e storia letteraria (Linguistics and literary history, 1948).